Roma, 22 giugno 2022

 

A ROMA PRESENTATO IL POLICY PAPER “IMPARARE LA LEZIONE, PREVENIRE E AFFRONTARE LE FUTURE PANDEMIE PER GARANTIRE LA SALUTE GLOBALE”, REALIZZATO DA FRIENDS OF THE GLOBAL FUND EUROPE, NETWORK ITALIANO SALUTE GLOBALE E AIDOS

 

Sostenere un’architettura della salute globale coordinata dall’Oms, che includa tutti i paesi a basso, medio e alto reddito e non i solo i pochi esclusivi paesi che partecipano ai fora G7 e G20, che valorizzi le competenze e le capacità dei partner sanitari globali e regionali già esistenti in materia di prevenzione sanitaria, fra cui anche e soprattutto il Global Fund, evitando ulteriori frammentazioni; includere, nella governance delle organizzazioni e dei meccanismi internazionali la società civile, le associazioni delle persone colpite dalle malattie; costruire e sostenere sistemi sanitari pubblici e comunitari forti e radicati sui territori garantendo, così, l’accesso alla copertura sanitaria universale.

Sono alcuni dei punti emersi alla presentazione in Senato del policy paper “Imparare la lezione, prevenire e affrontare le future pandemie per garantire la salute globale”, realizzato da Friends of the Global Fund Europe, Network italiano Salute Globale e Aidos.

L’evento è stato ospitato ed introdotto dal senatore del partito Democratico Alessandro Alfieri che ha anche sottolineato che intende presentare una mozione in Commissione Esteri perché alla prossima conferenza di rifinanziamento del Global Fund l’Italia garantisca le risorse necessarie in linea con la sua tradizione di supporto al Fondo.

La  Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marina Sereni, ha quindi ripercorso le varie tappe esposte nel rapporto, dall’allerta (inascoltata) della comunità scientifica, ai vari Panel e commissioni nati durante l’anno di presidenza italiana del G20, chiaramente incentrato sull’emergenza Covid e sul concetto di preparedeness, fino a toccare il tema dell’accesso ai vaccini che resta ancora molto limitato nei paesi a basso reddito dove solo il 19% della popolazione è vaccinato a fronte di un obiettivo fissato in seno a OMS e G20 del 70%, ed ha in conclusione ribadito l’importanza di “reperire nuove risorse con strumenti che siano inclusivi e che tengano conto dell’esperienza importante del Global Fund”.

A questo riguardo, Stefania Burbo a nome del Network italiano salute globale, ha appunto esposto la situazione discussa in seno G20 di un nuovo Financial Intermediary Fund (Fif) – ribadendo l’importanza di una rappresentanza di tutti i Paesi del mondo, scongiurando quindi un approccio top-down.

Dall’inizio della pandemia, “il Global Fund è stato in prima linea per supportare i paesi a basso e medio reddito con dispositivi di protezione personale, test diagnostici e medicinali, incluso l’ossigeno – ha ricordato Dianne Stewart del Global Fund – Siamo in grado di intervenire rapidamente anche in caso di conflitto, come in Ucraina, dove abbiamo aumentato il nostro sostegno per garantire la continuità dei trattamenti per i pazienti affetti da Hiv e Tbc sia nel paese sia in Moldavia, dove molti rifugiati hanno trovato accoglienza. Il Global Fund continuerà ad investire nel rafforzamento dei sistemi sanitari, per proteggere il mondo dal rischio di future pandemie”.

Stefano Vella, professore di Salute Globale e vice presidente di Friends of the Global Fund Europe ha concluso con una splendida memoria di quando – oltre 20 anni fa – era in prima linea nella lotta all’AIDS, e ha parlato della attuale necessità di “migliorare le capacità di sorveglianza genomica e clinica, per fornire un’individuazione precoce e un allarme per le minacce pandemiche, che ci aiuterà a prevenire anche la diffusione della resistenza antimicrobica”. La lezione appresa  dall’emergenza del Covid-19, ma anche dalle precedenti Sars, Aids, Ebola, – ha detto Vella -è che assistiamo a continui spillover da animali, che dovrebbero farci capire l’importanza della One Health, dell’intreccio fra salute umana e quella animale e ambientale, in particolare in previsione del fatto che a breve sulla terra saremo quasi 10 miliardi di persone che vivono a stretto contatto e iperconnessi dalla globalizzazione. Aids, Ebola, Sars, Monkeypox sono tutti spillover da animali, che dovrebbero farci capire l’importanza della one health – ha concluso Vella.

Potete leggere e scaricare il policy paper “Imparare la lezione, prevenire e affrontare le future pandemie per garantire la salute globale” a questo link